Una salita ripida, difficile, stancante, resa ancora più impervia dal caldo e dall'umidità che si abbatte sullo Yucatan. Ti sei chiesto e, ti stai ancora chiedendo, cosa ti abbia spinto a salire su La Iglesia, la piramide più alta di Cobà, uno dei siti maya meglio conservati del Quintana Roo. I primi scalini li hai affrontati con gioia, quasi scherzosamente, sicuro di poter vincere quella scommessa che il tuo viaggio ti ha voluto mettere davanti. A metà strada hai iniziato a sentire caldo e la stanchezza sarà arrivata travolgendoti. Ma ti sei promesso di non desistere e andare avanti, o meglio, tirare dritto verso l’alto. Passo dopo passo hai scalato la salita. Attorno a te la foresta, un folto groviglio verde che dalla base della piramide ti sembrava impervia, ora si sta aprendo come un bocciolo, rivelandoti il cielo azzurro dello Yucatan. Alla fine ce l’avrai fatta: hai salito anche l’ultimo gradino. Ti sei seduto sulle antiche pietre per riposare, afferrando con avidità l'aria per chiuderla nei tuoi polmoni, fresca e pura. I contorni della natura si estenderanno uniformi a perdita d’occhio, come se fossero pacifici prati di montagna. Solo ogni tanto, dalle fronde degli alberi, spunteranno le figure di altre piramidi maya. E rimarrai lì, perso in questa immensità, per cercare di scrutare il punto in cui la foresta finisce e il cielo inizia.
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